Debridement con Ultrasuoni
Il trattamento delle lesioni cutanee, siano esse da pressione-ulcere da decubito, vascolari-ulcere da insufficienza circolatoria agli arti inferiori, o di altra natura, prevede che il processo di guarigione passi per alcuni step fondamentali. La prima azione clinica da attuare è quella relativa alla rimozione di tessuto devitalizzato, necrotico o di qualunque altra tipologia esso sia (essudato, detriti cellulari, slough, fibrina, necrosi gialla e marrone, necrosi grigia e nera, escara, residui di medicazione, ecc.), che non permette al fondo di lesione di granuleggiare e ai margini di lesione di contrarsi verso la chiusura. Tale tessuto devitalizzato è inoltre privo di ogni difesa immunitaria e risulta facilmente colonizzabile dai batteri. Di qui, la successiva azione clinica comporta l’indispensabile controllo della carica batterica, e la conseguente gestione dell’essudato della lesione. Tutti passaggi fondamentali nella pratica di cura, che si sviluppano con tempistiche e modalità diverse a seconda dell’approccio terapeutico applicato. Sono ormai presenti in commercio svariate tipologie di medicazioni avanzate che facilitano di molto tali fasi cliniche, ma il debridement (rimozione di tessuto devitalizzato), rappresenta spesso la fase più lunga e delicata.
Soffermandoci sul debridement, esistono in commercio molte medicazioni avanzate con questa indicazione (idrogeli, idricolloidi, enzimi, idrofibre, medicazioni ipertoniche, ecc.), che comportano una certa tempistica d’azione. Altro approccio possibile è il debridement chirurgico, ovvero il curettage chirurgico effettuato con strumenti chirurgici (bisturi, forbici, cucchiaio da curette), che rappresenta una metodica efficace in termini di tempo ma non essendo “selettivo” rischia di per se di aggredire e rimuovere anche tessuti vitali e quindi sani, con alta probabilità di sanguinamento.
Esiste però una procedura più delicata e selettiva che è rappresentata dall’applicazione del Debridement a Ultrasuoni: essa è mediata dalla tecnologia a ultrasuoni ben nota da tempo, in quanto è la medesima che il dentista utilizza per l’ablazione del tartaro, e che in un recente passato veniva impiegata per la disostruzione carotidea.
Negli ultimi anni tale tecnologia a ultrasuoni si è evoluta e perfezionata, trovando ora il suo goal nella cura sulle lesioni cutanee, con risultati ineguagliabili rispetto ad ogni altra metodica chirurgica, eccone i superlativi vantaggi:
- indolore rispetto al curettage chirurgico;
- atraumaticità, minimo danno tessutale con conseguente minimo sanguinamento, possibilità di trattare pazienti scoagulati;
- killing batterico, abbattimento della carica batterica e dell’infezione del 95-98% circa, indotta dalla temperatura del TIP-puntale a scalpello);
- radicale detersione della lesione, asportando in toto tessuto devitalizzato e necrosi;
- sono possibili trattamenti specifici su qualunque tipo di lesione, grazie all’impiego di diverse punte in titanio per l’applicazione della terapia;
- il trattamento non interferisce con gli altri provvedimenti terapeutici associati;
- accelerazione dei processi di guarigione, fino ad un risparmio del 40% sui tempi.
L’apparecchio elettromedicale per il debridement a ultrasuoni è compatto e facilmente trasportabile, quindi facilmente utilizzabile a domicilio.
Grazie al Master Universitario in Vulnologia e alla specifica formazione certificata da Italia Medica (ricevuta in svariati ambulatori di vulnologia del nostro Paese e all’estero), in Italia siamo gli infermieri di eccellenza che utilizzano questa tecnologia a domicilio, con enormi vantaggi sul percorso di guarigione delle lesioni cutanee. Può essere sufficiente anche un solo trattamento per svegliare la lesione spingendola verso la guarigione, e il funzionamento è molto semplice. Il TIP-puntale a scalpello vibra con range di frequenza di circa 22-24.000 Hz e raggiunge una temperatura attorno ai 45-50° C. Tale TIP è irrigato con soluzione fisiologica sterile che, vaporizzata dall’impulso vibratorio, produce micro-bolle che implodendo su se stesse liberano energia direttamente a contatto della lesione da trattare, generando un effetto cavitazionale. Questi suoi fenomeni facenti parte della fisica medica, determinano uno scollamento del tessuto devitalizzato e della necrosi che hanno, appunto, una densità diversa rispetto ai tessuti sani che di fatto non vengono assolutamente lesionati da tale impulso energetico. Il trattamento risulta per ciò non-lesivo per cute sana, tendini e ossa.
Mano a mano che si procede con l’applicazione di ultrasuoni, si osserverà emulsionare biofilm, fibrina, slough, necrosi ed escara, fino alla totale rimozione constatando una colliquazione di tali tessuti devitalizzati e una rivitalizzazione del fondo di lesione che apparirà da subito rosso vivo, raggiungendo un risultato ineguagliabile. Il trattamento permette così di detergere approfonditamente il fondo di lesione abbattendo immediatamente la carica batterica, e permettendo da subito una più facile gestione della ferita tramite cicli di medicazioni, o accedendo ad avanzate metodiche di cura (VAC-terapia con pressione topica negativa, CelluTome, PRP-gel piastrinico, sostituto dermico, innesto di cute).
L’azienda che produce l’apparecchio a ultrasuoni per il debridement delle lesioni cutanee in Italia è Italia Medica di Milano per cui i nostri infermieri sono specialist ufficiali.